#DALL’IOALNOI: Progetto affettività


 

#DALL’IOALNOI: Progetto affettività La nostra Identità Sociale 

Le mie risorse per la vita

Si sono conclusi in questi giorni gli incontri della psicologa, Dott.ssa Tatiana Spolador, con i ragazzi delle classi V del nostro Istituto. Eccoli i nostri ragazzi disposti in cerchio: oggi niente quaderni solo pensieri condivisi: pensieri costruttivi o distruttivi? Ascolta con la delicatezza propria di chi conosce l’adolescenza che fa spesso rima con ”sofferenza” non sempre compresa dagli adulti di riferimento.

Sofferenza che accompagna la crescita, il percepirsi diversi, cambiati, a volte rifiutati dal gruppo o derisi.

Raccontano e si raccontano i nostri ragazzi: emozioni forti, concrete per loro. Ferma e sicura la psicologa li guida a raccontare una situazione che li abbia fatto o li fa soffrire.

Le situazioni più ricorrenti sono il rifiuto/esclusione da un gruppo di coetanei, il sentirsi inadeguati, sbagliati, la paura di essere soli, la paura del mondo, la paura di non essere amati, il disagio di non essere ascoltati in famiglia.

Ecco la necessità di alimentare la propria sicurezza la propria autostima. A questo punto ciascuno è invitato a riempire il proprio zaino per vita con le “risorse” individuali, risorse che ciascuno sa di avere: la forza, la simpatia, il sorriso, la tenacia… E’ bello vedere questi ragazzi individuare le proprie risorse per la vita e conquistare la sicurezza e l’autostima necessaria per percorrere la strada verso la società.

Sono pronti ora a far parte di un gruppo mantenendo la propria individualità, conoscendo se stessi sono in grado di far parte di un gruppo costruendo rapporti e relazioni positive.

I nostri ragazzi, giunti nell’ultimo anno della scuola Primaria hanno ben chiaro un concetto: CONOSCERE SIGNIFICA RISPETTARE. E’ spontaneo amare e rispettare l’ambiente in cui si vive se lo si conosce. Conoscere la propria unità psicosomatica significa amarla e rispettarla ed essere pronti a portare le proprie risorse al gruppo sociale di appartenenza: la famiglia, la classe, la squadra. La consapevolezza di conoscere se stessi porta al rispetto degli altri, ad accogliere anche chi non ci somiglia, chi ci appare meno fortunato o, per dirlo con il loro linguaggio, “sfigato”.

Imparare a interpretare i pensieri e le emozioni che gli stessi originano aiuta a mettersi “nei panni degli altri” condividere la gioia, le soddisfazioni e anche il dolore. Ecco cosa sono riusciti a fare i nostri 172 ragazzi di quinta. Nessuno riuscirà a proteggerli dalla sofferenza e dal dolore che incontreranno nella vita, ma il compito di aiutarli a individuare le risorse individuali e del gruppo è proprio della famiglia e degli educatori che sono loro accanto.

Un grazie alla psicologa d’Istituto che ha saputo accompagnare per mano tutti i ragazzi e ai docenti che hanno fatto riflettere sul loro percorso di crescita fisico, affettivo e intellettuale.

E grazie a tutti i nostri alunni che hanno partecipato e condiviso con generosità e disponibilità. 

 

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